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cris
Nuovo Utente
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Inserito il - 24/01/2007 : 20:32:13
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Gentili signori,
Ho dei locali al piano terra di un condominio il cui ingresso è di mio sclusivo utilizzo ed è situato all'interno del cortile comdominiale, ma comunque sul muro perimetrale dell'edificio. I miei locali sono dotati anche di tre grandi finestre poste sul fronte strada, basterebbe tagliare 20 cm di zoccolarura perchè le finestre diventino porte/vetrine. Il comune ha già aspresso parere positivo all'apertura di vetrine al posto delle finestre fronte strada, ma il condominio appare restio a concedermelo; faccio presente che il regolamento è di tipo contrattuale e che le modifiche alla facciata sono soggette al parere dell'assemblea condominiale. La mia domanda è se si può riuscire a dimostrare che l'apertura di una porta-vetrina su strada rappresenti SOLO uno spostamento interno dell'ingresso ai locali non più interno al condominio ma su strada, magari previa chiusura dell'ingresso interno,dimostrando così che non è una modifica alla facciata, ma solo uno spostamento di apertura, tra l'altro sempre lungo il muro perimetrale dell'edificio.
Grazie anticipatamente .
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amministratore
Amministratore
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Inserito il - 25/01/2007 : 01:35:00
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Vediamo se ho capito la situazione: ha dei locali a piano terra con accesso dal cortile condominiale. Per accrescere il valore commerciale degli immobile vorrebbe aprire un ingresso sulla strada. Giusto?
Quando afferma che il Comune ha già espresso parere favorevole, cosa intende con esatezza? Ha presentato un progetto che è stato approvato o cosa? |
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cris
Nuovo Utente
5 Messaggi |
Inserito il - 25/01/2007 : 09:21:44
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Per l'esattezza non ho ancora presentato una dia in Comune perchè preferivo avere prima il nulla-osta da parte del Condominio, che molto probabilmente si opporrà, ma presso gli uffici comunali competenti mi hanno assicurato che qualora io presentassi domanda non ci sarebbe, da parte loro, alcun divieto.
Ora mi chiedo: posso effettuare i lavori ottenedo regolare permesso dal Comune, ma limitandomi solo a comunicare al Condomionio, che peraltro ha un regolamento di tipo contrattuale, le mie intenzioni? o costoro possono opporsi anche se io in realtra' non andrei a stravolgere l'estetica nè tantomeno metterei in pericolo la stabilità del muro?
Grazie,
Cristina
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amministratore
Amministratore
527 Messaggi |
Inserito il - 25/01/2007 : 16:46:02
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Premesso che non conosco la situazione nei dettagli né il regolamento condominiale, ritengo che il condominio possa ostacolare l'intervento non tanto per problemi di natura strutturale e/o estetica ma perchè varia il "valore oggettivo" dell'immobile.
Ciò comporterà, ovviamente, quantomeno una variazione nel valore millesimale.
In parole povere, aumentando il valore commerciale del bene, aumenteranno i relativi oneri Il che è il minimo) il problema sarà ridefinire il valore millesimale dell'intero condominio (cosa non sempre agevole).
Buon lavoro. |
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cris
Nuovo Utente
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Inserito il - 25/01/2007 : 18:17:41
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Cosa intende per "valore oggettivo" dell'immobile? Io non intendo fare un cambio di destinazione d'uso del laboratorio in negozio, ma continuare a svolgere la mia attività (di restauro) acquisendo semplicemente una maggiore visibilità.
Cordialmente,
Cristina
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Modificato da - cris in data 25/01/2007 18:32:55 |
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amministratore
Amministratore
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Inserito il - 26/01/2007 : 18:19:13
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... ed accrescendo maggiore visibilità, per l'appunto, accresce il valore dell'immobile |
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cris
Nuovo Utente
5 Messaggi |
Inserito il - 26/01/2007 : 19:48:33
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Le giro questa sentenza di cassazione,ed aggiungo altresi' che gia' al momento la suddivisione millesimale nel mio condominio va a metri quadri, pertanto identica sia per appartamenti, laboratori e negozi, quindi immagino non sia obbligatorio modificarli ulteriormente (cosa alla quale peraltro non mi opporrei, se effettivamente i miei locali ottenessero un maggior valore) : ....In tal senso l’art. 1102 c.c. è inteso a consentire il maggior possibile godimento, da parte del singolo condomino e per fini esclusivamente propri, della cosa condominiale ed è stato precisato che il limite di consentire un uso paritetico da parte degli altri condomini va inteso in senso elastico e non nel senso di un’assoluta identità di utilizzo. Se il singolo condomino, nel rispetto dei limiti stabiliti dall’art. 1102 c.c., apporta modifiche alla cosa comune intese a massimizzare il godimento individuale della cosa comune e ne sopporta il relativo onere economico, non necessita di alcuna autorizzazione da parte del condominio che dovrà astenersi dall’ingerirsi in spazi d’autonomia che il Legislatore ha ritenuto di lasciare al singolo condomino.
Cosa ne pensa? Puo' rappresentare un precedente? Grazie ancora, Cristina
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amministratore
Amministratore
527 Messaggi |
Inserito il - 26/01/2007 : 22:13:29
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1) dovrebbe indicarmi gli estremi della sentenza per poterla leggere nella sua interezza; 2) dall'estratto, credo che prenda in considerazione un'ipotesi diversa: lavori su beni comuni effettuati dal singolo condominio (e non lavori sulla proprietà del singolo condominino, come nel suo caso); 3) non conosco il suo regolamento condominiale con annesse tabelle ma, di norma, le quote millesimali esprimono il valore delle singole unità immobiliari. Tale valore viene estrapolato utilizzando una serie di parametri: altezza di piano, esposizione, luci e vedute, accessi, superficie ecc. ecc. ecc. In tale contesto, la modifica nell'ingresso e nelle finestre comporta una variazione nei valori e, conseguentemente, la necessità di apportare una modifica alle tabelle millesimali; 4) è probabile, inoltre, che la modifica comporti anche degli effetti all'uso e godimento delle cose comuni; 5) se le interessa la giurisprudenza in tema di condominio, nella sezione http://www.dirittoeprogetti.it/temi/condominio_giuris.asp sono pubblicate oltre 300 sentenza integrali e, in caso di necesstà, posso fornirne oltre 3000; 6) ovviamente occorre valutare la situazione nel complesso (e non la conosco). |
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cris
Nuovo Utente
5 Messaggi |
Inserito il - 27/01/2007 : 15:23:37
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Grazie 1000 per le informazioni!
Cordialmente,
Cristina |
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Arwen
Nuovo Utente
Regione: Emilia Romagna
Prov.: Reggio Emilia
Città: Reggio Emilia
1 Messaggi |
Inserito il - 26/02/2007 : 14:58:33
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Gentili signori, io mi rivolgo a voi per il problema opposto a quello della sig.ra Cristina. riassumo brevemente la situazione: 1. mio padre ha ereditato una stanza di un appartamento e ha intenzione di collegarla al sottostante vano ad uso garage per la realizzazione di un mini appartamento-studio. 2. si è presentato il relativo progetto (e abbiamo già il DIA dal comune) che prevede l'apertura sul retro dell'edificio di un ingresso nel vano di nostra proprietà e lavori accessori, essendo necessario allontanare parte del giardino dalla costruzione per rendere possibile l'ingresso. 3. dopo un consenso verbale degli altri prorpietari ( si tratta di una casa di famiglia composta di 4 appartamenti per cui non si è costituito un condominio e non c'è un vero amministratore )i lavori sono partiti inaspettatamente prima del previsto. 4. mia zia, proprietaria dell'appartamento che è stato privato della stanza-per sua espressa volontà al momento della divisione- si sta opponendo, minacciando di far interrompere i lavori e chiedendo in cambio che a nostre spese le venga modificato una parte dell'appartamento perchè possa avere più spazio... Può mia zia far interrompere i lavori? E può anche portare a termine un simile ricatto? Grazie anticipatamente
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