Al via la sperimentazione del progetto T-GOV
Giovanna Casamassima
Partita al Sud la fase di sperimentazione del Progetto Puglia T-Gov, che consentirà al cittadino di dialogare con la Pubblica Amministrazione attraverso il Digitale Terrestre (DTT).
Area interessata è la Regione Puglia, comprendente attualmente cinque province (Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Taranto).
Il progetto prevede la distribuzione gratuita di 250 decoder evoluti per la TV digitale. Recentemente il Comune di Lecce con Determinazione Dirigenziale Settore Sistemi Informativi n. 06 del 13/02/2009 ha pubblicato l’avviso pubblico per l’individuazione di venti famiglie per la sperimentazione del servizio.
Alle famiglie selezionate verrà assegnato in comodato d’uso per un anno un decoder evoluto (Set Top Box) e la strumentazione necessaria per l’accesso Internet.
La sperimentazione proposta dalla Regione Puglia, in partnership con i fornitori di servizi di ICT (Tecnopolis, Wind, Clio srl) ed emittenti televisive (LA7, Telenorba e Edivision S.p.A.) consentirà al cittadino di accedere a diversi servizi pubblici nelle aree della sanità, del turismo (eventi, sagre, ecc.) e dei servizi comunali.
Questa infrastruttura di comunicazione rappresenta il degno evoluto di Internet nel processo voluto dal CNIPA di ridurre il “digital divide” rendendo disponibili ed accessibili i servizi di e-government già erogati via Web anche alle fasce di cittadini meno informatizzati.
Un problema a monte tuttavia rimane: sperimentare in questo caso non vuol dire educare l’intera cittadinanza all’uso della TV digitale terrestre ma semplicemente una cerchia elitaria che sicuramente “bazzica” già con la tecnologia in genere.
A parere di chi scrive ogni Comune dovrebbe promuovere corsi di alfabetizzazione informatica ed obbligare, nel senso più restrittivo del termine, il cittadino ad utilizzare le diverse tecnologie per dialogare con l’ente.
Il problema del “digital divide”, infatti, non è solo psicologico (scarsa informatizzazione del cittadino e paura verso il “nuovo”) ma anche pratico: occorre che ogni Comune guidi passo passo soprattutto gli inesperti, affinché un feedback positivo possa essere lasciato nel tempo dall’intera cittadinanza.
Solo così anche il cittadino più reticente vedrà “user friendly” le tecnologie cui verrà di volta in volta educato e riconoscerà nelle stesse un valido strumento di dialogo con la stessa amministrazione.