Studi Legali: costi di licenza nulli grazie all′open source
D.ssa Giovanna Casamassima - giov.casa@libero.it
L′informatizzazione degli studi legali è ormai una realtà imprescindibile, al passo con il nuovo modo di concepire la professione forense digitale. I liberi professionisti sulla scia delle disposizioni previste ex lege impiegano risorse fisiche ed economiche non indifferenti per l′Information Technology. Accanto alle spese che il libero professionista sostiene per hardware e dispositivi periferici quali stampanti, scanner ecc. si aggiungono, infatti, quelle dei software di base e applicativi. L′acquisto di licenze d′uso sui software, grava sempre di più sul bilancio economico del professionista, basti pensare che una semplice licenza sul software Antivirus Norton 2008 costa intorno ai 69 euro e una licenza Microsoft Office Professional intorno ai 600 euro.
Come quindi risparmiare denaro, senza perdere in sicurezza e qualità o fomentare la pirateria informatica attraverso le copie “craccate” di un software? Attraverso lo sviluppo e l′utilizzo di software liberi o open source.
E’ questa la nuova frontiera da battere. Sulla scia dell′esperienza maturata nella Pubblica Amministrazione, l′adozione di software open source o a codice sorgente aperto offre, invero, allo stato dell′arte, notevoli vantaggi sul piano economico.
Le licenze open source si differenziano da quelle proprietarie, in quanto trasferiscono il diritto di riprodurre liberamente, di modificare, copiare e ridistribuire il software senza in genere alcun corrispettivo in denaro.
L′uso massivo di tali tipologie di programmi trova quale ostacolo la resistenza e il pregiudizio di numerosi professionisti disinformati e poco avvezzi alla tecnologia, i quali si adattano, seppure “a malincuore”, ai software proprietari talvolta molto costosi presenti sul mercato.
L′approccio open source, per decollare, quindi, ha bisogno di un terreno fertile ove attecchire, anche al fine di evitare che i sistemi tecnologici diventino tecnocratici.
Impedire l′atteggiamento del libero professionista di subire passivamente la dura legge del copyright si può, trascinando una nuova cultura tecnologica all′interno di ciascun studio legale.
Accanto alle risorse ed utilità gratuite disponibili in rete di ausilio nell′espletamento dell′attività forense (calcolo del danno biologico, degli interessi legali, ecc.) esistono, inoltre, moltissimi software applicativi open source che “girano” sui sistemi proprietari di Microsoft Windows. Esempi principali sono: Open Office, (http://it. openoffice. org), Star Office (www. staroffice.com), o Neo Office (www. neooffice.org), suites di automazione per l′ufficio sostitutive del pacchetto Office della Microsoft. Altri prodotti sostitutivi ed equivalenti al Norton Antivirus della Microsoft sono invece: Avast (www. avast.com), AVG Free Edition (http://free. grisoft.com), Clam Antivirus (www. clamav.org).
A disposizione degli avvocati ci sono, inoltre, software gestionali sempre a codice sorgente aperto quali: Knomos (www. knomos.org), Elawoffice (www. elawoffice.it).
Perché, dunque, non dare visibilità e rilevanza a questa nuova forma di mercato libero che, oltre agli indiscussi vantaggi sul piano economico, costituisce un patrimonio valido della creatività intellettuale e tecnologica?
Spetta ora a Voi liberi professionisti il compito di promuovere l′opportuna azione filo-tecnologica dinanzi a questa nuova e accattivante realtà dell′Open Source che deve con pienezza decollare.