CODICE TRIBUTARIO COMMENTATO CON LA GIURISPRUDENZA
PRESENTAZIONE
L’accresciuto ruolo della Corte di Cassazione, come giudice della legittimità, esige una conoscenza sistematica degli orientamenti dell’Autorità giudiziaria preposta alla nomofilachia, indispensabili anche per la stessa difesa davanti alla commissioni tributarie di merito (che ai principi elaborati da quel giudice devono comunque rispondere).
La recentissima riforma del giudizio di cassazione (D. Lgs. n. 40 del 2006), poi, ha accentuato l′importanza di questa conoscenza, dato che il ricorso davanti alla Corte Suprema deve essere impostato in modo da contenere, nei casi di cui agli artt. 360, primo comma, nn. 1,2,3,e 4,cod. proc. civ., a pena di inammissibilità, anche «la formulazione di un quesito di diritto» (art. 366-bis cod. proc. civ.) che metta in grado la Corte di legittimità di poter rispondere in modo chiaro ed efficace alle richieste, possibili solo se formulate in modo così specifico.
Non sarà più possibile, ora, proporre ricorsi per cassazione in cui si chiede allo stesso giudice supremo di dare un «pietoso aiuto» al ricorrente, attraverso l′ interpretazione del ricorso della parte, che sia stato mal formulato, poiché i più rigorosi criteri immessi nell’ordinamento dalle recentissima riforma, non lo consentono più e perché, del resto, la cd. Struttura (una sorta di nuova sezione interna alla Cassazione), creata da circa un anno presso la Suprema Corte, sta già compiendo un’opera di filtraggio severo, che tende a respingere i ricorsi inammissibili e manifestamente infondati (oltre che ad accogliere quelli manifestamente fondati), ex art. 375 cod. proc. civile, con motivazioni più che stringate, lapidarie.
Questa opera, riguardante le principali leggi in materia tributaria (da quella sul Contenzioso a quelle sull’Iva, dalle agevolazioni alle imposte locali), viene annotata con le massime ufficiali riguardanti le decisioni della Cassazione, organizzate in modo sistematico, in modo da suggerire agli operatori quali sono state, fino ad oggi, i pronunciati formali della Corte e attraverso i quali soltanto si debbono formulare quei quesiti che, da oggi, sono indispensabili per accedere alla funzione nomofilattica del Giudice della Legittimità.
La lettura della massime riportate, tuttavia, va effettuata sempre tenendo presente quella che è una delle caratteristiche costanti del diritto tributario contemporaneo, ossia la grandissima mutevolezza degli stessi corpi normativi in vigore.
Tale caratteristica della legislazione, impone al lettore di collocare la massima fra le coordinate proprie del diritto applicabile in “quel dato tempo”.
Il principio giuridico affermato dalla Corte, pertanto, sarà sempre un principio valevole ratione temporis, ovvero applicabile in quello stadio della legislazione.
Tanto, tuttavia, non autorizza a parlare di inconsistenza di una giurisprudenza tributaria di legittimità, poiché è sempre lecito e auspicabile andare alla ricerca di principi generali che possano aiutare l’interprete a “cavarsi d’impaccio” dalle situazioni normative, pur mutevoli e variabili, proprie della materia.
Questa raccolta, pertanto, vuole essere un contributo a chi si occupa della ricerca di quei principi stabiliti del settore e un prontuario per i “pratici” che si occupano dell’applicazione quotidiana del diritto tributario.
Roma, febbraio 2008