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Ha ragione il Comune che risparmia o la Regione che sperpera?
28/11/2012 - Tutti puntano il dito contro gli sprechi delle amministrazioni comunali ma cosa succede quanto qualcuno vuole risparmiare? Ci troviamo difronte ad un Comune virtuoso che chiede alla Regione di poter smaltire i rifiuti solidi urbani prodotti dai propri cittadini presso un impianto che permette di ridurre i costi. La Regione si oppone sostenendo che l′impianto si troverebbe fuori dell′ambito territoriale previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti. Ma questo famoso Piano Regionale non è stato approvato definitivamente, ribatte il Comune! Sta di fatto che la questione finisce dinanzi al TAR che approva il comportamento dell′amministrazione comunale.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza depositata in cancelleria il 27 novembre 2012 n. 9566 mantiene il punto (con buona pace dei contribuenti).
In verità, sottolinea il giudice d′appello, è vero che il Piano Regionale non è stato approvato definitivamente nonostante i tempi tecnici ampiamente trascorsi, ma è anche vero che le relative delibere non sono mai state disconosciute dai Comuni interessati che, a contrario, hanno tollerato la divisione per ambiti.
Peraltro occorre prendere in esame un ulteriore aspetto che risulta decisivo per la soluzione della controversia. Il comportamento dell′amministrazione comunale, almeno nel caso in esame, non può essere interpretato come acquiescenza in quanto questo presuppone che la parte abbia tollerato una lesione dell′interesse legittimo mentre, il “Comune virtuoso” aveva prontamente impugnato la delibera con cui la Regione aveva vietato il conferimento dei rifiuti al di fuori dell′ambito territoriale manifestando, in questo modo, la propria volontà di non uniformarsi ad una delibera lesiva del proprio interesse.
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