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DIA. Il Comune non può rispondere oltre i 30 giorni
14/12/2012 - Presentata la DIA, il comune deve esprimersi nei successivi 30 giorni inibendo l′esecuzione dei lavori. In mancanza, il privato può dare corso alle opere che potranno essere bloccate solo nel caso in cui l′amministrazione ritenga necessario annullare il provvedimento in autotutela.
Ad entrare in gioco sarebbe l′articolo 23 del Testo Unico che riconosce all′amministrazione il potere di esercitare l′inibitoria “nel termine di trenta giorni dalla presentazione della dichiarazione, che, a sua volta, deve precedere di almeno trenta giorni l’inizio concreto dell’attività edificatoria”
A fare il punto della questione è stato il Consiglio di Stato che, con la sentenza del 14 novembre 2012 n. 5751, ha sanzionato il Comune che aveva diffidato il privato ad intraprendere i lavori quando erano ormai trascorsi più di sessanta giorni dalla presentazione della DIA. L′amministrazione, in definitiva, non può esprimersi sulla legittimità del titolo abilitativo dei lavori ma, al massimo, può annullare il provvedimento in autotutela. Ma qual′è la differenza tra annullamento in autotutela e diffida ad iniziare i lavori? In sostanza la situazione non cambia, muta solo l′aspetto procedurale!
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