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Vietato costruire ed abitare in zone a rischio idrogeologico
12/12/2012 - Vietato costruire ed abitare in zone ad alto rischio idrogeologico; obbligatorie, invece, le opere di manutenzione dei corsi d′acqua e per la difesa dei centri abitati; ristrutturazione delle Autorità di bacino. Queste sono certamente le novità principali contenute nel nuovo Piano strategico per la difesa del suolo presentato dal ministro Clini al Cipe.
Sottoposto all′attenzione del CIPE il nuovo Piano strategico per la difesa del suolo e, ovviamente, dei cittadini. Il piano prevede di ridisegnare annualmente gli obiettivi in funzione delle problematiche contingenti ma, in linea di massima, potremmo affermare che il programma promuove il recupero dei terreni abbandonati, dei boschi, la protezione delle coste e delle lagune esposte all’innalzamento del mare. Novità anche per le Autorità di bacino che dovrebbero essere riorganizzate dando vita alle “Autorità distrettuali di bacino idrografico”.
Bene, facile fare programmi ma... dove prendiamo il danaro necessario ad effettuare gli interventi? Questo non è un problema, il Piano prevede di finanziare le opere per il 40% con i proventi delle aste per i permessi di emissione di anidride carbonica. Un′altra quota dovrebbe essere recuperata dai carburanti. Insomma, hanno pensato a tutto (o quasi).
Quanto ai boschi, si prevede di agire su due fronti: da un lato la riduzione degli incendi e dall′altro la piantumazione di nuovi ceppi autoctoni.
Sotto la lente anche le coste. In questo caso l′attenzione è attratta soprattutto dalle zone costiere dell’alto Adriatico dove si prevede di agire sul sistema di canali risalente all’800 ed al ’900.
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