Anche i provvedimenti contro il “lavoro nero” richiedono specifica motivazione
29/11/2010 - Tutti i provvedimenti amministrativi devono essere motivati! Si tratta di un principio di carattere generale ben noto che trova il proprio fondamento sia nella legislazione nazionale (articolo 3, comma 1, della Legge 7 agosto 1990 n. 241) che nelle norme europee (art. 253 del Trattato sull’Unione europea - oggi art. 296, comma 2, del Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Unione europea, ratificato dall’Italia con legge 2 agosto 2008, n. 130, ed entrato in vigore il 1° dicembre 2009).
L′obbligo di motivazione comporta la necessità che il provvedimento indichi “i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell′amministrazione, in relazione alle risultanze dell′istruttoria”.
Ad essere chiamati in gioco sarebbero numerosi principi costituzionali quali, l′imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.) ed il diritto di difesa contro gli atti della stessa pubblica amministrazione (artt. 24 e 113 Cost.).
Sta di fatto che il TAR Liguria, proprio applicando questi principi, ha sollevato questione sulla legittimità costituzionale dell′articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro), come sostituito dall’articolo 11, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106(Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).
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